Brand naming: 10 Regole d'oro

Scuola di Marketing
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Ad un certo punto, nello startup di un business, arriva il momento di scegliere un nome per la propria attività.

Questa pratica, chiamata brand naming, è un aspetto tanto delicato quanto sottovalutato.

Per affrontare questa fase senza perdere la testa, ecco alcuni consigli selezionati tra decine di articoli sul web.

1) Non descrivere direttamente ciò che offri

Esempi: "Finestre&Cancelli", "Giardini Fioriti di M.Rossi", "Rossi Auto"

Usando un nome di questo tipo (detto in gergo tecnico "funzionale") corri il rischio, spesso sottovalutato, che l'azienda in futuro si ritrovi a cambiare od estendere il proprio settore merceologico. Se Finestre&Cancelli domani volesse vendere anche le porte?

Inoltre sono nomi piatti che si confondono in mezzo a tutti gli altri; avere coraggio può darti una marcia in più rispetto la concorrenza!

Sbagliato: "Giardini Fioriti", "Rossi Auto", "Finestre&Cancelli"
Giusto: "Green Service", "Fiat", "Gli InFissati"

2) Studia la concorrenza per prendere spunto e distinguerti

Vuoi l'ignoranza in materia, vuoi il poco peso dato alla questione, molti settori merceologici sono sovraffollati da aziende che si chiamano tutte alla stessa maniera (perché magari hanno scelto un nome "funzionale"). Questa è una grande opportunità per chi ancora deve scegliere il nome. Una breve ricerca nel proprio settore aiuterà a scoprire le idee più originali da cui prendere spunto e i nomi banali da evitare se ci si vuole distinguere ed ottenere così un vantaggio identificativo cruciale nella promozione futura dell'azienda.

3) La "Prova Telefono"

Una delle principali regole di un buon brand naming è la comunicabilità del nome. Immaginatevi mentre dovete dettare il nome della vostra neo-azienda al telefono. Il nome si pronuncia bene? Oppure può dare adito a fraintendimenti? Se pensate che l'ipotetico interlocutore vi chiederà di ripetere nuovamente il nome dell'azienda, eliminatelo subito dalla vostra lista!

Sbagliato: "Halwen"
Giusto: "Alven"

4) ...e quindi: evitare le sigle

Qualora scegliate una sigla probabilemente ogni volta che comunicherete il nome della vostra azienda dovrete fare lo spelling. Si ricorderanno più di voi o del concorrente col nome semplice la prossima volta?

Sbagliato: "I.T.C.", "FA.MA.GA".
Giusto: "Consulenze De Martino", "Mondo Casa"

5) Numeri dentro al nome? Intrigante!

I numeri aggiungono curiosità e profondità al nome. Oltretutto si prestano ad un ottimo impatto visivo quando sarà il momento di progettare il logo aziendale. Gli esperti del brand naming ci insegnano a non sottovalutare questo tipo di nomi.

Esempi: "Nautilus5", "Linea77", "Studio84"

6) Nomi in latino: facili ma freddi

I nome latini sono spesso facili da pronunciare, ricordare e comunicano un senso di "corporate" se di questo avete bisogno. Al tempo stesso possono risultare freddi e sterili, per cui tutto dipende dal "carattere" della vostra azienda.

Esempi: "Agilent", "Alliant", "Acquient"

7) Parole inventate: le migliori, ma costano caro

Assegnare al proprio business un nome di fantasia non è impresa da poco, non solo per trovare il nome che evochi le giuste sensazioni, ma anche perché avrete bisogno di tutto il marketing possibile per far sì che la gente associ il nome ai prodotti/servizi offerti. Per cui, se pensate di dedicare un budget limitato al marketing, meglio starne alla larga. In questa branca troviamo delle vere e proprie perle del brand naming:

Esempi: "Google", "Yahoo", "Snapple"

8) Tutto quello che ti viene in mente: Brainstorming

Non siate avari nè tanto meno timidi. Soprattutto per sbloccare situazioni di ristagno, è utile scrivere su un foglio ogni idea che ci viene in mente, senza censura né freno. Da idee stupide derivano spesso spunti geniali!

9) Scegli un nome "libero"

Sarebbe il colmo dopo anni di attività, scoprire che il vostro marchio era già stato registrato da un’altra azienda e ora vi tocca sloggiare, buttando all'aria anni di duro posizionamento sul mercato. Il massimo sarebbe delegare questa fase di indagine ad uno studio legale. Esistono alcuni studi proprio specializzati nella registrazione di marchi come Registrareunmarchio.it, che mi sento di poter consigliare conoscendo l'Avv. Enrico La Malfa.

Altrimenti potreste consultare voi stessi i database dei marchi:

Il discorso va esteso anche ad account di posta, dominio e social networks. Sicuramente trovare un nome che non è utilizzato nel web è impresa ardua. Ti consiglio di usare NameChk, un ottimo strumento on-line che ti permette di vedere se il tuo nome è libero nei vari siti oppure è già stato preso.

10) Metti in competizione i migliori 5

Dopo i precedenti punti e soprattutto dopo il brainstorming al punto 8, ti ritroverai con una grande lista di nomi: decine e forse centinaia di ipotesi e combinazioni differenti tra cui scegliere. Ti consiglio di non giungere subito a conclusioni scegliendo il vincitore. Al contrario aggiungi una fase al tuo brand naming e seleziona i migliori 5 per metterli in competizione tra loro. Esistono vari modi per selezionare il nome vincente e la loro trattazione meriterebbe sicuramente un articolo a parte. In ogni caso ti consiglio di eseguire questi test:

  • Sottoponi i 5 nomi a colleghi, amici, potenziali clienti
  • Stampa i nomi e attaccali su buste, scatole, brochure: questo ti darà un'idea di come il nome sarà usato da qui a un anno
  • Comincia a pensare al logo. Vedrai che alcuni nomi si adatteranno meglio di altri ad essere abbinati ad un'immagine

11) BONUS: Un pizzico di follia

Come detto al punto 8, spesso gli approcci razionali non bastano ed anzi limitano la fantasia in fase di creazione. Per questo motivo ti consiglio di leggerti l'articolo Nomi per aziende originali con 3 idee pazze dove troverai degli spunti a dir poco eccentrici per forgiare un nome d'azienda originale e motivante.

Hai altri consigli?

Come detto, questi consigli sono il risultato di una selezione effettuata su svariati articoli che hanno per tema il brand naming. Ciò non toglie che esistano altre regole che potresti condividere con me ed i lettori:

  • Hai un azienda e hai scelto un nome che alla lunga ha presentato pregi e/o difetti
  • Hai visto un nome su cui ci sarebbe da discutere

In entrambi i casi ti invito a condividere le tue esperienze commentando il presente articolo.

Buon brand naming!!!

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marcomando
marcomando
9 anni fa

PRATICAMENTE NESSUN NOME VA BENE!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Marco Panichi
9 anni fa
Reply to  marcomando

ciao Marcomando, nell’articolo sono presenti sia esempi corretti che versioni raggiustate di nomi sbagliati. Forse non ho illustrato bene il concetto? Perché non mi racconti le tue esigenze?

Fulvio
Fulvio
9 anni fa

Ciao Marco e grazie per i consigli utilissimi. Sto per ingrandire la mia ditta, ampliando un settore e aprendo al privato. Premetto che si occuperà di riparazione di sterzi elettrici. Mia moglie vorrebbe chiamarla Dr. Steer, a me piace di più Zero Gradi scritto così: “0°”. Ovviamente senza “”, ho paura però che la scambino per una ditta di surgelati anche se utilizzerò un volante come icona. Hai qualche consiglio da darmi??

Grazie

Marco Panichi
9 anni fa
Reply to  Fulvio

ciao Fulvio, sono felice dell’ingrandimento. Parti sempre dal tuo cliente per non sbagliare:

> DR ricorda dottore o comunque qualcuno che ripara cose, per cui potrebbe andar bene ma potrebbe anche ricordare l’ambito medico. Inoltre temo che ci siano limitazioni per utilizzare tale appellativo in un nome aziendale
> STEER non credo che la gran parte del tuo target conosca la traduzione di sterzo, o mi sbaglio?
> ZERO è un pò “violento” (Zero Limits, Zero Choices) e leggermente “negativo” (Tolleranza Zero) lo eviterei.
> GRADI può dare l’idea del “girare” ma anche della temperatura.

Forse per il tuo caso specifico può essere meglio ridurre il grado di fantasia e includere la parola Sterzo nel nome. So che io consiglio il contrario ma dipende anche dal contesto.

In ogni caso voglio dirti che offro a tutti una consulenza gratuita e senza impegno di mezzora per cui se vuoi fissare un appuntamento sarò lieto di darvi ogni spunto possibile!

Marco

Sara Martelli
Sara Martelli
9 anni fa

Ciao Marco
grazie per i tuoi consigli, li ho stampati e appesi ovunque 🙂
Mi chiamo Sara, sono sviluppo prodotto e brand manager in un’azienda che lavora per le case automobilistiche.. ma ti scrivo perché ora il centro sono io 🙂
da qualche mese mi sto divertendo a creare accessori come borse o anche tshirt..o anche creazioni artistiche come quadri… sto continuando a pensare al brand che utilizzerò (per fare magari piccole vendite ai vintage market o online, solo per divertimento insomma…) e l’unico che mi rimane in mente è : More (Sara Art Lab). ci sono vari motivi e spiegazioni, tra cui : perché proverò a fare di più (per me e gli altri), qualcosa di diverso rispetto all’offerta (ampissima) nel mercato, perché è un nome breve che ha un bel suono. MA : è forse un po’ scontato? Impersonale? ho sottoposto il quesito ad amici e conoscenti per avere più pareri possibili, a qualcuno piace così, altri andrebbero su nomi più specifici… il fatto è che ce ne sono davvero tanti!! Aiuto!! :-))

GRAZIE
Sara

Marco Panichi
9 anni fa
Reply to  Sara Martelli

salve Sara,

sono veramente contento che i miei consigli ti siano stati utili! Dunque vediamo se posso darti una mano…

La prima cosa che dobbiamo ricordarci quando si crea un nome è che “il nome è solo il 10% del nome stesso”. Per esprimere tale concetto ti copio-incollo di seguito quanto ho scritto di recente a dei ragazzi che come te vogliono dare vita ad una linea di abbigliamento e cercavano, da mesi, il nome giusto: “Un nome, d’azienda ma anche un nome in generale, è un catalizzatore, una rappresentazione, una aggancio, un hub. A questo hub si connettono, volenti o nolenti, altri fatti e percezioni personali. Nike non è solo “nike” ma soprattutto tantissimi spot pubblicitari, personaggi famosi che indossano i loro capi, eventi nei quali appare il logo. A queste percezioni più “mediatiche” si aggiungono poi le percezioni degli utenti, a partire dal profumo dei capi nike nuovi, il tessuto al tatto, come si sentono mentre li indossano e cosa provano mentre ad indossarli è la persona amata o il peggior nemico. Il nome è solo…una piccola percentuale del nome stesso! Quindi il mio primo consiglio è di apprestarvi ad una decisione quanto prima.”

Altra cosa che noto, è che nel tuo commento o meglio nella tua idea “More” (molto bella tra l’altro!) il principio dietro il nome fa riferimento al tuo lavoro, al tuo obiettivo. Il consiglio qui è quello di oltrepassare la barriera e mettersi nei panni dell’utente. Se il principio dietro il nome fosse…l’obiettivo di chi indosserà i tuoi capi / acquisterà le tue creazioni? Vedi che questo cambio di prospettiva può darti nuove strade, che probabilmente saranno più in linea con la comunicazione e promozione del tuo brand. In altre parole un conto è dire: “Salve, il nostro marchio è More, perché NOI vogliamo fare di più, NOI vogliamo offrire qualcosa di diverso rispetto al mercato…” un conto è dire “Salve il nostro marchio è X, perché chi indossa X ecc…” – come vedi si sposta l’asse, si cambia il soggetto e ricorda che il soggetto di un buon marketing è sempre l’utente finale.

Terzo: leggendo il commento non ho colto l’atmosfera dei tuoi prodotti. Mi faranno pensare alla terra? all’acqua? a qualcosa di ruvido e opaco o liscio e lucente? Per cogliere e focalizzare questo aspetto di un marchio ricorro spesso all’esplorazione del “mood” del marchio. Per esplorare il “mood” del tuo marchio potresti ad esempio cercare su google immagini termini che ti vengono in mente pensando alle tue creazioni. Salva le immagini che rappresentano l’atmosfera dei tuoi prodotti in una cartella sul tuo computer. Cambia le parole, sperimenta. Poi riguarda le immagini salvate. Questo ti porterà a scoprire nomi probabilmente molto evocativi e comunicativi. Per trarre ispirazione ti do il link di un sito che ho realizzato per una fashion designer (tanto per restare in tema) dove lei stessa si avvale di un sistema simile per comunicare il mood delle sue creazioni stilistiche: http://www.patriziapavia.com/portfolio/tendenze-moda-e-colori/

Insomma, alla fine non ti ho dato nemmeno un nome e forse non ho risposto direttamente alle tue domande, ma spero di averti dato spunti utili!

Fammi sapere come prosegue il lavoro mi raccomando!

Marco

Mav Ra
Mav Ra
9 anni fa

Ciao Marco, ho trovato molto interessante e utile il tuo articolo..approfitto della tua disponibilità per chiederti un consiglio, mi sto mettendo in proprio come grafica freelance, ho fatto un pò di ricerca e vedo che molti grafici usano semplicemente il loro nome e cognome, io ho un cognome di difficile comprensione (quando mi capita di doverlo dire al telefono me lo fanno sempre ripetere più volte e in più ho l’ R moscia quindi diventa ancora meno comprensibile)..pensavo a un semplice “Elisa” (mio nome) ma non è molto grintoso diciamo..e pensavo che una possibile ricerca su google senz altro uscirebbe di ogni su Elisa la nota cantante..hai qualche dritta o consiglio da darmi? Grazie infinite intanto delle regole d’ oro

Marco Panichi
9 anni fa
Reply to  Mav Ra

Ciao Elisa, ecco alcune osservazioni:

> Il primo tentativo lo farei sicuramente accostando il tuo “ruolo” con il tuo nome: ElisaDesigner, ElisaGrafic ( Poi giocherei incastrando nome e cognome. Se ad esempio fai di cognome Rossi, proverei Rolisa o Elissi: questi esempi sono abbastanza orrendi ma forse con il tuo cognome il “trick” può funzionare

> Puoi giocare sul fatto che “SA” è la terza persona singolare del verbo “sapere”. Quindi puoi partire da Eli-Sa per arrivare a EliSaDisegnare, EliSaIllustrare, ecc.

In ogni caso non abbandonerei il connubio tra nome e lavoro che svolgi creando naming troppo complessi. Soprattutto per un freelance il nome e la semplicità comunicativa sono importanti.

Spero ti abbia dato qualche utile spunto!

Simona Frasca
Simona Frasca
9 anni fa

Ciao Marco, SONO DISPERATA!!! anzitutto grazie per il tuo articolo, davvero prezioso ed è proprio per questo che ho forti dubbi sul mio brand name! Sono una stilista e sto cercando da mesi un nome adatto, ma il mercato è talmente affollato che tutti i nomi (perfetti a mio avviso) che avevo cercato a fatica, hanno già un dominio! (premetto che ho fatto ricerche internazionali con dominio .com che è quello che vorrei). Realizzo abiti da donna ispirati agli anni 50 e 60, sono senza tempo e molto femminili, romantici e chic, inoltre abiti da sposa non convenzionali, in futuro aggiungerò anche abiti da bambina e premaman. Finora quelli selezionati sono questi: SIMONA EFFE (sono ovviamente io ma il mio cognome non si presta bene, devo siglarlo), QUOS EGO latino vuol dire “da me a voi” ma forse è troppo “maschile” e/o freddo? poi avevo pensato a 7 LITTLE STORIES che mi piace molto, ma supera la prova telefono??? si riferisce al fatto che il mio lancio avverrà con 7 abiti e al fatto che vorrei dare alle mie creazioni una connotazione più intrigante: non sono solo abiti da indossare ma vere e proprie storie! Ecco mi piaceva molto partire dal concetto di “storie, racconti per donne non convenzionali”. Premetto anche che mi rivolgerò inizialmente e principalmente ad un mercato internazionale on line tramite un famoso sito perché so che è più in linea con le mie creazioni. Inoltre ci tengo tanto al fatto di mantenere le mie origini italiane perché il made in Italy all’Estero è un punto di forza considerevole a mio favore. Avevo inventato anche un termine BIANCHOLIA perché amo il bianco e le mie grafiche saranno bianco un po’ shabby chic, ma non mi convince molto. Ce ne sono due, che mi piacevano tanto ma hanno già dei domini per cui dovrei aggiungere qualcosa tipo “…clothing.com” ma si allunga! comunque questi altri due che adoravo sono PETTICOAT secondo me perfetto per il mio stile, e BODEGA BAY… questo lo adoro, è preso dal film di Hitchcock gli uccelli, so che non è “romantico” come l’ho concepito ma a me rievoca un’atmosfera anni 60 a colori pastello, ed il mare… cosa che amo alla follia. Ce lo vedo sulle etichette.

Bene, che ne dici dei nomi che ho trovato finora??? so che ho scritto molto e mi scuso, ma davvero non so a chi chiedere un consiglio professionale migliore del tuo, sto impazzendo!!!
Simona

Marco Panichi
9 anni fa
Reply to  Simona Frasca

salve Simona, grazie dei complimenti sempre molto graditi. Ecco alcune osservazioni:

> Come detto più giù (vedi primo punto del commento in risposta a Sara Martelli). Il nome conta ma sarà poi avvalorato dall’esperienza dell’utente con i tuoi prodotti. Quindi non fermarti troppo sulla ricerca del nome e una volta giunta a designare 3-5 alternative comincia a concludere.

> Siccome penso tu sia in questa fase, più che aggiungere altre idee a quelle che hai già detto (alle quali comunque darò un mio parere più sotto) penso ti servano strumenti per analizzare le alternative. te ne do 2:

1) Crea una tabella dove ogni nome ha una sua colonna, eccetto la prima. Le righe della prima colonna saranno le seguenti:
—> Apparenza – estetica del nome/logo
—> Distinzione – differenziazione dai nomi dei concorrenti
—> Profondità – scopre tutto subito oppure incuriosisce?
—> Vitalità / Energia – il nome ha potenza pubblicitaria?
—> Umanità – è clinico, gelido, oppure umano e caldo?
—> Posizionamento – quanto aiuta l’azienda nel posizionamento?
—> Suono – è facile da pronunciare? suona bene?
—> Fattore “33” – cosa vuol dire 33? il nome incuriosisce?
Fatto questo, per ogni nome e per ogni fattore (esempio, Apparenza) associ un valore da 1 a 10. Finito di dare i voti, nell’ultima riga fai la media colonna per colonna.

2) Stampa nomi e loghi (anche in maniera molto fai-da-te) e incollali sopra confezioni/buste/scatole di negozi di vestiti. Questo ti darà un punto di vista emotivo ulteriore. Poi mostra queste scatole a 3-5 amici/colleghi/soggetti (non contemporaneamente) così che loro possano esprimere il loro parere a caldo (appunta tutto, se possibile registra). Infine fagli ordinare le scatole da quella che gli piace di più a quella che gli piace di meno. Nel fare questo studio devi però inserire i tuoi vestiti o altri molto simili nelle scatole, perché il nome non deve piacergli in assoluto, ma in corrispondenza alla merce che rappresenteranno! ( Finisco offrendoti dei pareri sui nomi che hai fornito tu:
—> SIMONA EFFE: voto 5. buona l’associazione con il tuo nome ma povero di carisma. oltretutto EFFE si potrebbe pronunciare molto male (può sembrare ESSE molto facilmente). Però giocherei con Simona e il tuo prodotto (vedi risposta che ho dato a Mav Ra più giù!).
—> QUOS EGO: voto 3. latino = corporativo e freddo come giustamente fai notare anche tu.
—> 7 LITTLE STORIES: voto 7++. molto bello “esteticamente” ed accattivante! 7 lo vedo un pò vincolante. Potresti trovare un collegamento agli anni 50 e 60? La prova telefono sarà un pochino ardua ma direi che sul piatto della bilancia conta poco a questo punto.
—> BIANCHOLIA: voto 6. esteticamente accattivante ma forse un pochino “dark” perché mi ricorda il termine “melancholia”. Sicuramente se Little Stories è duro al telefono Biancholia lo batte!
—> PETTICOAT: voto 7+1/2. Suona bene, è altalenante, pronunciabile, compatto.
—> BODEGABAY: voto 6. Richiama l’atmosfera del mare forse eccessivamnete e potrebbe diventare vincolante.

Spero di esserti stato d’aiuto! Fammi sapere come procede chiaramente!

Marco

Simona Frasca
Simona Frasca
9 anni fa
Reply to  Marco Panichi

Grazie infinite Marco! lavorerò su tutti i tuoi consigli e ti farò sicuramente sapere, grazie ancora!!!

Potito Stazione
Potito Stazione
8 anni fa

Ciao Marco ,
Sto avviando una piccola ditta di commercio di olio d oliva. E sono in crisi nera per quanto riguarda il nome. . Vorrei dargli un nome semplice ma che si faccia ricordare. .puoi aiutarmi?

Marco Panichi
8 anni fa

salve Potito, certamente! Intanto ti posso dare qualche indicazione di massima qui nei commenti, poi se avrai necessità possiamo fissare una consulenza di 1-2 ore.

Però prima dovresti darmi qualche informazione in più:
> chi sono i tuoi clienti? età, provenienza, esigenze riguardo l’olio, ecc
> chi sono i tuoi concorrenti diretti? ossia quelle aziende che ti “rubano” clientela
> cosa ha di speciale il tuo olio e/o la tua azienda?

Potito
Potito
8 anni fa
Reply to  Marco Panichi

. I miei clienti per il momenti sono abbastanza generali, nel senso che mi capita di vendere sia al privato che alla piccola attività ristorativa. .
. Nella mia zona(foggia) i concorrenti sono migliaia, in regola e non, infatti sto cercando di spostarmi in centro nord Italia e soprattutto alla estero. .
.il.moo olio è tipico della mia zona, genuino e sano, il prezzo poi è molto ragionevole.

I diversi nomi che volevo dargli (in latino, o referenti al nome della mia zona) sono strapieni di aziende locali che hanno preso tutti i nomi della zona e di tutto. . Es. Apulia Olio, olioDauno etc. .. sono già replicati a bizzeffe ecco perché sono in crisi. .

Marco Panichi
8 anni fa
Reply to  Potito

Salve Potito, ti chiedo perdono per la lunga attesa, ma posso dedicarmi ai commenti solo tempo permettendo.

Dunque, con i dati che mi hai fornito ti riporto queste osservazioni:
> se i concorrenti sono moltissimi, è bene differenziarsi (originalità, modernità, ecc). chiaramente con il giusto “peso”.
> ti sconsiglio i nomi latini, noti per la loro connotazione fredda ed austera (infatti si adattano molto bene a compagnie assicurative)

Alcune idee per il nome: Ojo oppure Jolio. Come vedi fornisco l’idea dell’olio, ma al tempo stesso offro un nome vero e proprio, anziché scrivere ” Olio”. L’uso della J offre discreta modernità e dolcezza, ma forse non è proprio adatta (occorre studiare su questo)

Detto questo, il mio consiglio è di cercare “italian oil” su google e analizzare il nome delle aziende che trovi. Questa ricerca perché:
> capirai come si presentano le aziende italiane all’estero: probabilmente lo fanno in maniera moderna e originale
> in inglese troverai molti più risultati che non in italiano, il che significa che i primi risultati saranno veramente “forti” (ossia dei buoni esempi) per spiccare sulla massa

Spero di averti aiutato in qualche modo e ti chiedo nuovamente scusa per il ritardo. Chiaramente, come dicevo, se hai necessità di un confronto risolutivo possiamo fissare una consuelnza.

A presto!

Marco

potito
potito
8 anni fa
Reply to  Marco Panichi

Ciao Marco,
Grazie per avermi dato retto e capisco la tua mole di impegni, per il momento il progetto è bloccato, partirò forse per luglio – agosto dell’ anno corrente, fissiamo una consulenza o un incontro personale ( non so dove ti trovi) e risolviamo la cosa.
ti ringrazio ancora!
A Presto!!
Potito

Marco Panichi
8 anni fa
Reply to  potito

ciao Potito, mi dispiace per il rallentamento, ma non ti preoccupare, il mondo d’oggi è caotico e ci sta. Per la consulenza sono a tua disposizione quando vuoi. Io sto “nel mondo” nel senso che faccio consulenza a distanza via skype (o qualsiasi altro modo tu preferisca) 🙂
Buon lavoro!
Marco

Alex Stampatore
Alex Stampatore
8 anni fa

Ciao Marco, ho avuto modo di manifestarti l’apprezzamento per la tua professionalità che ribadisco in questa sede. Ti chiedo un parere poiché dopo aver fatto tutto il lavoro da te suggerito e aver letto anche i vari “casi” siamo arrivati alla scelta fra 2-3 nomi. Ecco l’antefatto: sarò Presidente di un gruppo di Amministratori di condominio stanchi delle solite associazioni “chiuse” che sono poco interessate ad elevare la professionalità degli amministratori e zero interessate ai problemi dei Condomini (inteso come proprietari) che guarda caso sono i nostri clienti. Ci sono una miriade di associazioni, la maggior parte hanno come nome delle sigle, che come sottolineavo non fanno altro che darti il tesserino e le 72 ore di formazione (imbarazzante) obbligatoria, Il Club (non sarà un’associazione) sarà riservato ai colleghi che dimostreranno di essere veramente motivati ed avranno le caratteristiche per entrare (non basta pagare) e per mantenere la qualità di socio. Il cavallo di battaglia è l’innovazione (sostenibile per amministratori e Condomini e non fantascienza), l’etica, la trasparenza e il miglioramento dei rapporti per far si che il condominio sia un valore aggiunto e non una seccatura… Ovviamente il progetto è molto esteso ed articolato cmq per farti capire e poterci aiutare credo sia sufficiente. Il nome che ha riscosso piu consensi è Ethic Club o EthiClub. a seguire Blive Club, Fair Club. Seppur in minoranza ho espresso la mia perplessità sul primo nome poiche potrebbe risultare presuntuoso e ci espone ad eventuali detrattori che con quel nome avranno vita facile poiché la perfezione non esiste. Un conto è dimostrarlo sul campo con i fatti e un conto è avere il nome esposto. Magari sbaglio e invece è un nome potente che ci distingue.. non lo so, non è il mio talento e per questo ti chiedo un pensiero sulla base delle info che ti ho dato o se vuoi sapere altro. ti ringrazio anticipatamente.

Marco Panichi
8 anni fa

Salve Alex, intanto grazie degli apprezzamenti, molto importanti per me!

Riguardo alla tua situazione ecco delle osservazioni che vorrei sottoporti:

1) Siete stati bravissimi a “coscientizzare” i fattori competitivi della vostra iniziativa. Riepilogo: innovazione etica, trasparenza, miglioramento dei rapporti. Ed aggiungerei anche motivazione e formazione (che si denotano dalla tua descrizione).

2) Bravi anche nel trasporre tali fattori nei nomi: Ethic Club o EthiClub, Blive Club, Fair Club. Sono tutte ottime proposte dal punto di vista dei fattori -come detto- ed anche della sonorità e facilità di memorizzazione.

3) Ora arriviamo ai “PERO’…”. Il primo però che vorrei sollevare è che tali nomi identificano scarsamente l’ambito lavorativo. Se questo può essere utile (o addirittura necessario) in alcuni ambiti come la moda (es: Channel), nel vostro settore potrebbe causare un problema. Questo perché sia i vostri membri (Amministratori) che i loro clienti (Condomini) hanno una scaletta di priorità molto “materiale”. Quindi suggerisco di introdurre il fattore “Ambito” nel nome. Quali termini possiamo usare? Amministratore / Condominio / ecc. non ci piaciono molto, anche perché dobbiamo rompere con il passato. Proviamo in inglese: Condominium Administrator. Mmm forse possiamo prendere parte del termine: Admin. Ok, potrebbe piacerci.

4) Altro PERO’ è nella parola Club, che potrebbe essere associata a molte altre situazioni, alcune delle quali hanno una connotazione di svago forse eccessivo (ritorna il discorso “materialità”). Potremmo fare a meno di questo termine.

5) Veniamo ora alla parte “emotiva” del termine: Ethic, BLive, Fair. E se invece partissimo dal beneficio che ne trarrebbero i nostri clienti (è sempre una rivoluzione copernicana effettuare questa inversione di ragionamento)? Cosa ne uscirà da tutto questo? Una migliore residenza, un abitare più sereno. In inglese: Better Living, Happy Staying, ecc

6) Proviamo a combinare: Admins for Better Living. Il settore c’è, l’emozione c’è, ii vantaggi per il cliente ci sono, l’idea di causa innovatrice che rompe con il passato c’è. MA…

7) Manca la facilità di memorizzazione, la brevità, ecc.

Anche se non ti ho dato un nome finale (è impossibile da fare nell’ambito di un commento!) spero di averti dato degli input utili. Mi dispiace se ho un pò invertito la rotta del vostro lavoro (mi pare di capire che eravate quasi giunti ad una conclusione) però è anche un pò questo il mio lavoro.

Attendo tue nuove e intanto ti auguro buon lavoro!

Marco

Lorenzo
Lorenzo
8 anni fa

“Se Finestre&Cancelli domani volesse vendere anche le porte?”

Sarebbe un’azienda idiota perché fare l’estensione di Linea , “annacqui il brand”.

Tu hai mai visto apple che oltre cellulari vende anche aspirapolveri e altre cose?
L’estensione di linea è un’idiozia tutta italiana della serie:

“più roba metto più o possibilità di vendere”

In realtà è proprio questo il problema:

Più dai possibilità al cliente di scegliere più lo prendi nel culo!
Se vuoi vendere le porte , crei un altro brand dove vendi le porte!

Marco Panichi
8 anni fa
Reply to  Lorenzo

salve Lorenzo, anche se ti ringrazio per il commento ti chiedo cortesemente di moderare termini e toni, giusto per rispetto mio e di chi ci legge.

Detto questo, il tuo ragionamento (creare un brand per prodotto) può essere giusto ma oltre una certa soglia. Questo perché creare un nuovo brand (logo, payoff, posizionamento, sito, contenuti, materiale per il marketing digitale e non, ecc) implica uno sforzo che in alcuni casi è impossibile.

Ecco allora che se Finestre&Cancelli domani si mette a vendere anche le porte,HA FATTO UNA SCELTA SBAGLIATA a livello di naming, perché, pur rimanendo nello stesso settore merceologico, ora si ritrova limitato.

Se invece domani Finestre&Cancelli si mette a vedere aspirapolveri, HA FATTO UNA SCELTA GIUSTA e, come dici tu, creerà il nuovo brand Aspirapolveri&Scope.

Questa è la mia opinione, felice di sbagliarmi.

Marco

Lorenzo
Lorenzo
8 anni fa
Reply to  Marco Panichi

Scusami per il “tono” 😀 però di solito parlo come mangio. Quando metto la “parolaccia” serve a RAFFORZARE un concetto. Non perché io sia maleducato 🙂

Detto questo, tì spiego il perché , applicando le regole del Brand Positioning (o posizionamento di marca) studiando Al Ries e Frank Merenda è SBAGLIATO estendere la linea di prodotti.

“il tuo ragionamento (creare un brand per prodotto) può essere giusto ma oltre una certa soglia. Questo perché creare un nuovo brand (logo, payoff, posizionamento, sito, contenuti, materiale per il marketing digitale e non, ecc) implica uno sforzo che in alcuni casi è impossibile.”

=> E’ Chiaro che NON puoi fare tutto da solo , devi saper delegare.

Allora se penso a Bardolla che 29 aziende in diversi settori come caspita fa?

Delega alcune parti delle attività. Altrimenti dovrebbe lavorare 800 ore su 24 , quando sai meglio di me che il tempo per un essere umano è di 24h su 24 non un minuto di più.

Ritornando a discorso brand a Lugano c’è un negozio che si è posizionato vendendo SOLO cravatte (chiaramente ultracostose) e si è posizionato come Brand di lusso nella vendita di cravatte.

=> Poi ti ripeto dipende dal caso , ti faccio un esempio inerente alla casa automobilista Porsche. Di solito le persone quando comprano (ad esempio il Porsche Carrera) tendono a dire Porsche Carrera.

Ma se ad esempio acquistano il Cayenne non dicono “ho acquistato il porsche cayenne” ma il CAYENNE.

Perché è un prodotto che tende ad “avvicinarsi” al brand.

Comunque son discorsi che difficilmente si riescono a (racchiudere) in un commento.

Andrebbero molto approfonditi!

Marco Panichi
8 anni fa
Reply to  Lorenzo

Scusa Lorenzo, ma non mi puoi citare Merenda e Rise come fossero divinità scese in terra. Saranno anche bravi consulenti (punto da verificare) ma da qui a giocare sulla pelle di un’azienda perché loro DICONO che quella è la strada giusta ce ne passa.
Aprire un nuovo brand è nella maggior parte dei casi semplicemente irrealizzabile. Il processo di delega per le aziende può essere ostacolato dai più svariati motivi, da strategici a -persino- fiscali.
Poi parli con tono auto-promozionale come se tu fossi un esperto di settore ed inviti ad approfondire, ma d’altro canto non ti identifichi con un cognome e dell’email dalla quale invii i commenti non c’è traccia in rete. Non condivido questo modo di fare.

Giulia Zago
Giulia Zago
8 anni fa

Questo articolo è molto interessante, se io volessi ideare un brand riguardante il campo della moda, indirizzato soprattutto alle donne ma disposto a lungo termine ad estendersi anche verso il pubblico maschile, di tutte le età ma generalmente ideato per un target di età che va dai 16 ai 45 anni.
Quale nome potrei ideare? Vorrei qualcosa d’effetto, d’impatto

Marco Panichi
8 anni fa
Reply to  Giulia Zago

salve Giulia, grazie per gli apprezzamenti. Sicuramente prima di lanciarti in un brainstorming devi dare uno sguardo a: i tuoi clienti / le tendenza di mercato / la concorrenza / le tue potenzialità. Arrivata a questo punto già potrai trovare candidati quantomeno NON SBAGLIATI (che non è poco e non è scontato). Puoi quindi valutare i candidati in base a varie caratteristiche (memorizzabile? facilmente pronunciabile? affascinante? ecc) ed anche alla libertà d’uso che ne potrai fare nel web e nei social (aspetto da non sottovalutare). Il processo è un po’ questo. Considera inoltre che avere un nome, ripeto, non sbagliato, è di per se sufficiente soprattutto se coadiuvato da un marketing successivo che sia sincronizzato con i valori del brand (nel tuo caso: “qualcosa d’effetto / impatto”): il prodotto in sé, il packaging, l’esperienza d’acquisto, la comunicazione pubblicitaria, ecc

Marco Bono
Marco Bono
7 anni fa

Buongiorno Marco.
Mi chiamo Marco anch’io e sono un biologo.
Avrei una domanda specifica riguardo ai consulenti.
Mi spiego meglio.
Da qualche mese ho intrapreso un nuovo percorso lavorativo: si tratta di consulenza per le ditte agroalimentari come consulente HACCP (in pratica il professionista Biologo che si occupa di redarre il manuale di autocontrollo alimentare per le aziende e di fare i controlli necessari).
Non ho ancora iniziato a pubblicizzarmi; per il momento lavoro nelle retrovie e mi preparo il terreno per poi presentarmi al pubblico.
Uno degli aspetti su cui mi sto dedicando ora è la scelta del nome con cui presentarmi:meglio usare il mio nome e cognome oppure usare un nome di fantasia (un brand).
Sinceramente non riesco a trovare grandi spunti in giro.
Un professionista (consulente tecnico come in questo caso) di solito come si presenta? Con il nome proprio o con un brand?
Se mi potessi perlomeno indirizzare te ne sarei davvero grato.
Complimenti ancora per il tuo ottimo post e la professionalità davvero invidiabile.
Ciao

Marco Bono
Marco Bono
7 anni fa

Buongiorno Marco.
Mi chiamo Marco anch’io e sono un biologo.
Avrei una domanda specifica riguardo ai consulenti.
Mi spiego meglio.
Da qualche mese ho intrapreso un nuovo percorso lavorativo: si tratta di consulenza per le ditte agroalimentari come consulente HACCP (in pratica il professionista Biologo che si occupa di redarre il manuale di autocontrollo alimentare per le aziende e di fare i controlli necessari).
Non ho ancora iniziato a pubblicizzarmi; per il momento lavoro nelle retrovie e mi preparo il terreno per poi presentarmi al pubblico.
Uno degli aspetti su cui mi sto dedicando ora è la scelta del nome con cui presentarmi:meglio usare il mio nome e cognome oppure usare un nome di fantasia (un brand).
Sinceramente non riesco a trovare grandi spunti in giro.
Un professionista (consulente tecnico come in questo caso) di solito come si presenta? Con il nome proprio o con un brand?
Se mi potessi perlomeno indirizzare te ne sarei davvero grato.
Complimenti ancora per il tuo ottimo post e la professionalità davvero invidiabile.
Ciao

Marco Panichi
7 anni fa
Reply to  Marco Bono

salve Marco, grazie dei complimenti e della cortesia ad aver postato il commento!

Per rispondere alla tua domanda, come prima cosa ti consiglio di identificare il tuo audience, cosa che puoi fare creando una persona fittizia, in gergo Personas. Ecco un esempio: http://8409-presscdn-0-53.pagely.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2017/01/buyer-persona-example-5.jpg (altri esempi se cerchi personas example su google immagini).

In sostanza devi farti domande sul tuo utente:
> Sesso, età, livello di studi e di competenze, dislocazione geografica
> Che problemi ha / che aspirazioni ha (rispetto al tuo ambito)?
> Come cerca un consulente come te (google? con che parole? pagine gialle? su quale categoria)?
> Perché sceglie il consulente A invece che il consulente B?

Infine, dai un nome alla tua personas, è molto importante. Ad esempio, Mario (questo studio chiaramente ti sarà utile per tutta una serie di discorsi).

Fatto questo, passiamo al tuo servizio. Su cosa si basa il suo valore? Secondo me molto si baserà sulla tua persona. Non sarebbe male se tu sviluppassi una UNIQUE SELLING PROPOSITION (USP), ossia una frase capace di riassumere in breve il tuo valore.

Ti consiglio a tal proposito di provare questo tool: https://smarter-networking.com/create-your-60-second-pitch/ . “Elevator picth” (ossia una presentazione convincente e così breve da poter essere fatta in ascensore) è un termine che possiamo assimilare alla USP. Immagino che da studioso quale sei non ti spaventerà l’inglese o lo studio del tool (ma fammi sapere in caso contrario).

Ora ci siamo, puoi pensare in maniera più obiettiva al nome. Esso deve valorizzare la tua USP la quale scommetto fa molto leva sulla tua persona. Quindi sarei propenso ad una soluzione del tipo NOME COGNOME seguito da uno slogan breve ed efficace. Chiaramente crea molti slogan e rileggili sempre dagli occhi di Mario (la tua personas).

Come vedi l’ideazione del nome non è un punto di partenza, ma di arrivo, solo dopo aver svolto considerazioni obiettive sulla propria natura in relazione all’ambiente.

Spero di averti dato spunti utili, fammi sapere!

Marco

Marco Bono
Marco Bono
7 anni fa
Reply to  Marco Panichi

Grazie Marco.
Ammetto che non la facevo così complicata.
Ma approfondirò.
Una sola domanda? Questa “personas” dove la si crea e con che strumento?
Grazie

Marco Panichi
7 anni fa
Reply to  Marco Bono

ciao Marco, sicuramente il processo può essere più o meno complesso, ma se segui alla lettera le mie indicazioni stai già facendo dei passi in avanti. La perfezione non esiste, magari sentirai il bisogno di rifare lo stesso procedimento anche dopo qualche mese o un paio di anni. Intanto è importante che tu lo faccia ora. Le personas le puoi creare su un semplice foglio di carta. Stiamo parlando di un processo di riflessione, di presa di coscienza, “niente di più” (uso il virgolettato perché non è per niente poco!)

Elisa Nocentini
Elisa Nocentini
7 anni fa

Ciao Marco,
Innanzitutto grazie per l’utilissimo articolo. Mi presento: mi chiamo Elisa Nocentini e sono una giovane fotografa che a breve aprirà il suo primo studio fotografico, per questo sto cercando un nome adatto alla mia attività. Fino ad ora mi sono chiamata banalmente “Elisa Nocentini Photography” ma mi sto rendendo conto di alcune problematiche che questo nome potrebbe dare nella localizzazione nel web, principalmente perché è un nome troppo lungo (e anche un pò dissonante) e secondariamente perché comunque penso che identificarsi come azienda piuttosto che come persona sia indice di più professionalità nei confronti del cliente.
Aggiungo che nonostante mi occupi principalmente di fotografia ho alle spalle una laurea in graphic design quindi ho già chiarissimo in mente lo stile da dare al mio branding, minimal ed elegante.
Il mio problema è che non riesco in nessun modo ( sono giorni che faccio brainstorming) a trovare un nome adatto alla mia attività… ho provato di tutto, iniziali, sigle, termini fotografici ma i nomi che trovo sono tutti o banali, o già presi o poco personali.
Volevo sapere se potevi darmi qualche ulteriore consiglio, magari più specifico per il mio caso.
A presto

Marco Panichi
7 anni fa

salve Elisa, grazie mille per i complimenti e il commento.

Riguardo le tue esigenze, concordo sul fatto della brevità, mentre invece ho qualche dubbio sul fatto di essere percepita come azienda anziché come individuo. Il tuo valore è la tua professionalità individuale infatti e non puoi fare confusione su questo; un’azienda/agenzia ha altri fattori (quantitativi, velocità, rigidità dell’offerta) che sono quasi certo non ti si addicono.

In conclusione prenderei la tua idea base ma certamente in forma abbreviata, quindi:
> “Nocentini Foto”, se il target è “mainstream”, ossia se ti rivolgi alla massa
> “Nocentini Photo” all’inglese, se ti rivolgi ad aziende e professionisti di settore

Usando questo tool https://namechk.com/ per la verifica della disponibilità di domini web e username nei social media, puoi vedere che entrambi NocentiniFoto che NocentiniPhoto sono liberi.

Spero di aver dato spunti utili, buon lavoro!

Marco

Sam
Sam
6 anni fa

ciao, anch’io ho lavorato come fotografa, ai tempi avevo uno pseudonimo ma che comunque era un nome proprio, un nome d’arte insomma
per un fotografo è meglio usare il proprio nome e cognome (tutti i grandi della fotografia sono conosciuti con il loro nome se ci pensi)

Jovannuzzo
Jovannuzzo
7 anni fa

Salve, secondo lei è conveniente dare un nome italiano ad un marchio che si spera possa essere conosciuto in futuro anche fuori dall’Italia?

Marco Panichi
7 anni fa
Reply to  Jovannuzzo

La risposta dipende da molti fattori che non mi sta dando, per cui non posso rispondere. Diciamo che ha senso dare un nome italiano se l’italianità è uno dei fattori competitivi.

Jovannuzzo
Jovannuzzo
7 anni fa
Reply to  Marco Panichi

Se per esempio si vuole vendere qualcosa esclusivamente online, e pubblicizzare tramite social i propri prodotti anche fuori dall’italia?

Marco Panichi
7 anni fa
Reply to  Jovannuzzo

Sicuramente dovranno essere nomi semplici e identificabili dal target straniero (“scarpa” va bene – “calzatura” va meno bene) e come detto sopra il nome italiano è maggiormente giustificato se l’italianità è un fattore competitivo (“scarpe made in italy” va bene perché il prodotto italiano tira parecchio all’estero – “accessori per computer made in italy” non avrebbe proprio senso)

Moni Mac
Moni Mac
7 anni fa

Ciao Marco ! Sto aprendo un centro estetico e sto impazzendo per il nome.
Vorrei qualcosa di originale serio e che riprendesse il mio concetto di estetica avanzata.
Ho pensato a BIUTIFICIO Scritto all’italiana .che ne pensi?
Il centro sorgerà dentro la vecchia officina di mio padre completamente ristrutturata in stile rustico industrial.

Marco Panichi
7 anni fa
Reply to  Moni Mac

Biutificio può starci secondo me, perché richiama concetti industriali (-ificio) che, anche se sono distanti dal mondo dell’estetica e della bellezza, sono pur sempre al centro del tuo concept. Invece la forzatura dell’inglese all’italiano è un pochino strana per il tuo obiettivo, poiché è maggiormente collegabile a qualcosa di “casareccio”, di ostentatamente “dialettale”. Prova a cercare un prefisso meno “casareccio”. Infine, qualche idea random su due piedi: “Officine della Bellezza”, “Officine Estetiche”, “Bellificio”, “Rosa Meccanica”. Spero di averti dato qualche spunto.

Precious Patalano
Precious Patalano
7 anni fa

Buongiorno Marco! Complimenti per l’articolo è molto interessante ed utile.
Mi chiamo Precious Patalano (ma mi chiamano Preziosa per semplificare la pronuncia).
Sono un organizzatrice di eventi e da meno di 2 anni, per un azienda di milano ho incominciato a curare i loro social (creandoli da zero) e la loro immagine, nel contesto di eventi e promozione a livello italia.
Sembro una tua concorrente, ma non ho l’esperienza che hai tu nel settore.
Ho deciso di mettermi in proprio, avendo già una società tutta mia, condivisa con mio padre, dove ci occupiamo sia di consulenze aziendali sia di organizzazione eventi e tutto ciò che può offrire il marketing d’immagine.
In questo momento, sono in startup per il 2018 e sono alla ricerca del nome di lancio da poter dare a brochure, social, sito web etc…
Ma “purtroppo” non riesco a trovare un nome originale e giusto.
In mancanza di questo “piccolo” dettaglio, sono ferma ad un bivio: metto un nome che deriva dal mio nome proprio , PRECIOUS … oppure stravolgo il tutto e cerco di creare qualcosa di originale ma che potrebbe risultare poco efficace e discutibile: “24Pi”?

Vorrei un nome originale e che non sia scontato, ma ancora non ci sono arrivata.
Tu, potresti consigliarmi?
Ti ringrazio e ti seguo!

Marco Panichi
7 anni fa

salve Preziosa, grazie del commento.

La prima decisione che devi prendere è se nel futuro prevedi di agire da sola come freelance o di lavorare in un’azienda.

Nel caso della prima ipotesi non posso far altro che consigliarti di mantenere il tuo nome e cognome. Questo perché da freelance la tua peculiarità sarà proprio la tua persona di cui il nome è la rappresentazione nominale perfetta. Puoi abbreviare il nome (es: Riccardo Scandellari > Skande) e quindi mettere Preziosa, che tra l’altro si presta bene a giochi di parole del tipo PreziOSA, utili se ti occupi di SMM.

Nel caso della seconda ipotesi tutto cambia, il nome deve rappresentare l’insieme di valori del tuo team (es: Futura) ed incontrare al tempo stesso le aspettative logiche del cliente (es: Milan Web Agency). In quanto agenzia che si occupa di digitale puoi essere creativa quanto vuoi, prendere il nome da un personaggio esistente o della letteratura, coniare un neologismo, o anche essere banale (se mi fai un buon sito puoi anche chiamarti bizcom – che tra l’altro esiste). I punti importanti saranno ben altri: 1) che il nome non sia in fallo (non memorizzabile, lungo, non pronunciabile, poco comprensibile, già occupato) e 2) che nei fatti produciate valore e un passaparola positivo

Spero di averti dato qualche consiglio utile!

Marco

Valentina Di Domenico
Valentina Di Domenico
7 anni fa

Ciao Marco, cercando di capire quale nome dare alla mia start-up mi sono imbattuta in questo tuo interessante articolo. Io mi occupo principalmente di realizzare scenografie per matrimoni, vorrei utilizzare il mio nome e cognome Valentina Di Domenico, ma mi sembra davvero troppo lungo. Solo il nome mi piace ma ce ne sono troppe!! Non so cosa fare, hai un consiglio anche per me? Grazie ciao ciao

Marco Panichi
7 anni fa

salve Valentina, grazie del commento. Consiglio caldamente di inserire il tuo nome deve essere presente nel naming (vedi mio commento a Precious Patalano più in basso).

Potresti giocare con il nome e cognome; ad esempio ValentinaDiDo (ok per pronuncia e memorizzabilità; forse un po’ troppo giocoso, può ricordare il Didò); altro esempio da scartare invece è ValentinaDD (difficile da comunicare e da usare in generale).

Oppure aggiungere al nome l’oggetto del tuo lavoro; qui devi stare attenta perché se ti concentri sull’oggetto in senso stretto (scenografie matrimoni) giungi a nomi che un giorno potrebbero rimanerti vincolanti (es: ValentinaMatrimoni, un domani è vincolante se vuoi organizzare eventi aziendali); quindi ti consiglio di concentrarti sul concetto dietro al servizio che offri, che nel tuo caso è quello di amplificare in maniera armoniosa (scenografie) le emozioni di ciò che sta accadendo (matrimonio); da qui puoi giungere a nomi tipo ValEmozioni; se nel fare questo hai un approccio razionale puoi darti nome ValeScience (difficile da comunicare/memorizzare a causa della pronuncia non facilissima); altre ipotesi: ValeInScena – ValeInscena. Forse anche ValentinaSets potrebbe essere abbastanza indicativo e al tempo stesso versatile per sviluppi futuri.

Spero di averti dato qualche spunto utile…fammi sapere come va a finire!

Marco

Beatrice
Beatrice
7 anni fa

Ciao Marco,
Mi sono imbautta questo articolo perché da due anni ho iniziato il mio brand di costumi da bagno. I costumi hanno linee anni 50, allo stesso tempo sono sportivi e richiamano anche il mondo del surf, sono prodotti in Italia, e inizialmente avevo scelto il nome “Salty beachwear” scorrendo adesso su Instagram e google mi sono accorta che c’è ne sono moltissimi. Così pensavo di cambiare il nome con Berenice o Beatrice come il
Mio nome, beachwear che e único e secondo la opinione più identificativo.
E molto rischioso cambiare il nome? Pensavo di creare un articolo/post dove raccontavo ai miei follower la scelta di distinguerci.
Vorrei un tuo consiglio
Grazie
Beatrice

Marco Panichi
7 anni fa
Reply to  Beatrice

Visto che stiamo parlando di moda la creatività ci sta tutta; procederei quindi a trovare un nome originale che trasmetta il carattere del tuo prodotto; per fare questo un’idea può essere quella di scegliere come nome il personaggio di un film/fumetto/libro degli anni 50 (o anche attuale, ma ambientato negli anni 50). Giocherellando su google ho trovato ad esempio la lista delle più belle attrici degli anni 50 (http://www.qnm.it/intrattenimento/fotogallery/attrici-anni-50-le-piu-belle_8309_9.html), da cui ad esempio puoi prendere nomi che ti riportano in quell’epoca: Bette, Doris, Grace, ecc

Veronica Verde
Veronica Verde
6 anni fa

Ciao Marco,
davvero tanti complimenti per i tuoi interessantissimi articoli.
Mi chiamo Veronica e sono un guida ambientale escursionistica. Da un paio di anni ho il sogno di lavorare in autonomia sempre come guida e sono mesi che ho difficoltà a trovare un nome adatto alla mia attività.
Brevemente io mi occupo nell’organizzazione di tour esperienziali in Campania( per il momento mi fermo alla campania ma ho esperienza anche in Sicilia e Puglia), soprattutto legati all’escursionismo e al turismo responsabile : escursioni,tour enogastronomici, urban trekking, camminata meditativa, hiking&yoga, passeggiate specifiche ( utilizzo delle piante della macchia mediterranea nella cucina o come metodi curativi etc..)
Lavoro soprattutto con turisti stranieri quindi pensavo ad un nome in inglese dove ci fosse anche un riferimento al mio nome e soprattutti cognome che è VERDE quindi magari qualcosa con green.
Mi piaceva molto l’idea di “Wild Greenfoot” ma probabilmente è troppo lungo e forse poco originale oppure Greensoul trekking, deepwalking, experiencial foot.
Non so nessuno mi convince particolarmente.. davvero ho grande difficoltà e ho pensato che magari un tuo consiglio mi possa aiutare in qualche modo.
Ti ringrazio tanto e ti auguro una buona giornata,
Veronica Verde

Marco Panichi
6 anni fa
Reply to  Veronica Verde

ciao Veronica, grazie a te del commento. Il mio consiglio è il seguente, come dicono gli inglesi “Don’t over think”, non pensarci troppo.

Assicurati che il nome abbia queste caratteristiche:
> breve per quanto possibile
> facilmente comunicabile al telefono (è un ottimo escamotage per valutarne la comunicabilità)
> libero per quanto possibile nel web (usa questo tool: https://namechk.com/)
> attinente al tuo settore
> senza fraintendimenti

Seguendo questa scaletta, ad esempio osservo subito che “Green” sarebbe da evitare perché il “settore green” si riferisce a tutt’altra cosa (green economy) e che vari nomi sono lunghi o difficilmente comunicabili.

Wild Foot invece non mi dispiace, se dovessi scegliere tra le idee da te proposte!

Spero di averti dato qualche spunto in più,

Marco

Armando Turco
Armando Turco
6 anni fa

Ciao Marco, complimenti per l’articolo esaustivo. Sia questo sia quello con le 3 idee pazze che hai segnalato. Li ho letti entrambi e i commenti relativi a questo. Come Elisa Nocentini anche io sono un fotografo (ex informatore scientifico). La fotografia è sempre stata la mia passione fin da quando ero all’università. Da quando mi sono accorto che la mia fotografia avesse un valore e che soprattutto fosse “vendibile” (da un paio di anni circa)ho deciso debba essere il mio lavoro, dato che quando scatto non mi sembra di lavorare o sentire fatica.

Detto ciò va aggiunto che non ho ben delineato un settore di interesse spazio da fotografia pubblicitaria in settori come food/prodotti/moda e beauty a fotografia wedding/cerimonie varie sino alla fotografia fine-art, mondo legato all’arte fotografica di arredo al quale mi sto approcciando da poco.

L’idea è quella di fare distinzione tra l’ambiente cerimoniale da quello dell’advertising/fine-art in modo da non fare tutto un “pastrocchio”. Volevo innanzitutto chiederti se secondo te è una buona idea dividerli e la seconda domanda, più che sul nome in sè, è sulle caratteristiche “sonore” del nome dato che “Armando Turco” mi sembrano estremamente dissonanti. Ho fatto già ricerche relative al settore fotografico in generale e ho trovato nomi che ti scivolano letteralmente da bocca come “alessioalbi” o “modelnexdoor” quest’ultimo, o meglio la sonorità di quest’ultimo è quella alla quale più vorrei ispirarmi per quanto riguarda la fotografia pubblicitaria. Per il settore cerimoniale ancora non mi ci sono messo proprio per evitare di pormi in uno stato di ulteriore confusione. Spero in una tua illuminante risposta come quella che hai dato negli altri preziosi commenti.
Grazie per l’attenzione

Marco Panichi
6 anni fa
Reply to  Armando Turco

salve Armando, grazie mille di aver apprezzato i miei articoli, è importante per me. Sono felice di come tu sia arrivato alla fotografia, in parte anche il mio percorso è stato simile al tuo!

Ho letto con attenzione e compreso la tua situazione. Ecco alcune osservazioni:

> SEPARARE I DUE SETTORI (cerimonie e adv/fine-art): devi stare attento a quale livello della tua attività dividere le due cose; io non le dividerei mai ad un alto livello, cioè a livello di brand; questo comporterebbe per te un sforzo enorme per portare avanti le due cose come attività distinte (diversi loghi, siti, pagine sociali, volantini, promozioni, ecc); li dividerei invece a livello di servizi, mantenendo un unico brand (es: Maté Bicycles è il negozio che vende Mountain Bike e Biciclette da Strada IL TUO BRAND: premesso il punto precedente, studierei un brand semplice; se hai letto i commenti avrai visto che tendenzialmente non consiglio mai di creare nomi di totale fantasia (es: Nike), appannaggio di grandi aziende pronte a sopperire con il marketing il fatto che il nome non riporta il settore di competenza; opterei quindi per un semplice Armando Photography; magari un tale nome è già occupato nel web (usa https://namechk.com/ per un controllo), allora si può giocare con i termini per rendere il tutto più specifico: ArmandoStudioFoto, o mettendo la località come con ArmandoFotoPerugia (< inserire la località ti aiuta nei motori e per l'utente perché sei un'attività locale).

Spero di averti dato dei consigli utili. Se ti farà piacere fammi sapere come va a finire!

Marco

gabriele
gabriele
6 anni fa

Ciao Marco
Anch’io mi sono imbattuto nel tuo articolo cercando il nome per l’azienda che io e mio cognato stiamo aprendo.
Si tratta di in azienda agricola
L’idea è di portare ai privati, porta a porta, cassette di ortaggi miele sottoli uova ecc. prodotti da noi.
Vorremo cercare di fideilizzare piano piano il cliente offrendogli la consegna a casa di prodotti sensibilizzandolo sulla genuinità, filiera corta ecc..
Abbiamo visto che esistono già realtà con i classici nomi: porta natura, porta a terra, natura a casa, ecc.. e sinceramente non ci piacciono molto..
Vorremo un nome originale che ci contraddistingua, suoni bene e abbia il suo appeal..
Avevamo pensato a: il Conte di Grecciano oppure dal conte di Grecciano (magari abbinato con uno slogan “funzionale”)
Deriva da un soprannome di mio cognato.. non ha niente a che fare con storia, titoli nobiliari ecc.. è più un vero e proprio soprannome..
So che non è per niente funzionale e non rimanda in alcun modo a ortaggi miele ecc.. ma, ci “suona bene”, da un che di “nobiliare”.. e avremo già in mente il logo.. che ne dici?
Ps se pensi che sia na str..
Ci puoi dare qualche spunto o alternativa?
Grazie a prescindere..

Marco Panichi
6 anni fa
Reply to  gabriele

salve Gabriel, grazie del commento. Ti giro qualche considerazione:

I vostri elementi caratteristici sono questi (appaiono in maniera evidente dalla tua descrizione):
> ortaggi ()
> porta a porta
> genuinità
> filiera corta

Quindi i nomi dei concorrenti, da un punto di vista funzionale, sono azzeccati (Natura a Casa); però voi gradireste un nome che vi contraddistingua e che abbia una luce propria; in questo non posso che darti ragione visto che la concorrenza è così monotona.

Per questo motivo puoi provare a passare da un piano funzionale ad un piano emotivo; rivediamo i fattori sotto questa nuova luce:
> ortaggi > nutrimento
> porta a porta > coccole
> genuinità > benessere
> filiera corta > amore (inteso come amore per la natura)

A cosa ti fa pensare tutto questo? Sicuramente la figura del Conte è molto lontana da questa prospettiva. Invece mi viene da pensare ad una mamma o ad una famiglia. Puntare sulla mamma richiama energia femminile, forse inadeguata per il tuo progetto, punto sulla famiglia; posso usare la dicitura italiana che però non suona benissimo, posso usare quella inglese (family) che però introduce modernità – proviamo a fare brainstorming senza freno: Greens Family – Famiglia Greens – ecc.

Come idee non mi sembrano eccezionali, però ti ho mostrato un po’ il processo, che spero ti sarà utile per trovare la tua strada (alla fine la mia consulenza di brand naming funziona così).

Fammi sapere come va a finire!

Valentina Colò
Valentina Colò
6 anni fa

Ciao Marco,
il tuo articolo appare come un barlume di luce in fondo al tunnel.
Sono Valentina, traduttrice e interprete freelance, in fase di stallo di fronte al brand naming.
Sono indecisa se optare per il mio nome+cognome.com (semplice ma poco creativo + un problemino con l’accento nel cognome che andrebbe perso nel dominio) oppure un’idea molto originale e creativa ma controversa per via dei rimandi: V for Translations.
Consigli di osare oppure evitare riferimenti a cose non connesse al settore di lavoro e potenzialmente fuorvianti?

Grazie in anticipo!
Valentina

Marco Panichi
6 anni fa

salve Valentina, sono felice di esserti stato utile! grazie per l’apprezzamento, per me è importante.

Comprendo il dubbio per l’accento nel cognome; sarebbe da evitare qualsiasi fraintendimento da questo punto di vista. Potresti usare un’abbreviazione del cognome? Es: Santanchè può diventare Santa.

Riguardo V for Translations mi sentirei di bocciare l’idea perché è complesso da comunicare e ricordare.

Riguardo l’osare sono sempre un po’ contrario; un rimando al proprio settore è importante per essere identificabili immediatamente, sia nel volantino, come nel web visto dall’utente che dal motore di ricerca.

Così di istinto proverei un’abbreviazione del cognome + “Traduzioni”: semplice, personale, funzionale. Es: SantaTraduzioni. Eviterei “Translations” perché è un termine poco comunicabile.

Spero di averti dato qualche consiglio utile!

Fammi sapere,

Marco

Luca Dragonslave
Luca Dragonslave
6 anni fa

Ciao Marco,
ho trovato il tuo articolo mentre, come tanti altri, cercavo un nome per la mia idea.
Sono un po’ nel pallone e cerco un suggerimento.
La mia idea era quella di vendere magliette. Sono un ragazzo transessuale e la mia idea era quella di avere un brand legato a questo mondo o al mondo LGBT. Creare magliette umoristiche che trattino questo argomento. Inizialmente la mia idea era di chiamarlo “LoSpazioDiLucas”, come detto essendo un ragazzo transessuale, quindi facendone parte mi sembrava un buona idea ma sto avendo dei dubbi. Essendo che vorrei aprire il mio negozio online, e quindi vorrei tenere aperta anche la porta all’estero, credo che un nome italiano sia da escludere. Purtroppo però rendendo il mio nome inglese ho visto che tutto è stato preso.
Usare la sigla LGBT non mi fa impazzire particolarmente ma le uniche scelte plausibili che ho trovato sono nomi come “skinLGBT” o “spaceLGBT”
Cosa ne pensi? Hai suggerimenti da darmi? Per farmi uscire da questa confusione?
Ti ringrazio anticipatamente

Marco Panichi
6 anni fa

ciao Luca, grazie del commento innanzitutto 🙂

Intanto ti consiglierei di far chiarezza sui tuoi intenti di base; vedo due tendenze nella tua idea che potrebbero pestarsi i piedi a vicenda:
> la tua identità personale
> il contesto transessuale

Se il tuo obiettivo è lavorare alle tue competenze, idee e quindi promuovere la tua identità, allora uno nome del tipo Spazio di Lucas è perfetto, perché mette in risalto appunto la tua persona.

Se invece vuoi in qualche modo sensibilizzare sul contesto transessuale allora forse dovresti mettere da parte la tua persona per dare più spazio a quest’ultimo. In tal caso sarebbe bene che il nome fosse più incentrato sull’idea e quindi nomi del tipo contenenti il termine LGBT sono perfetti. Invece non mi piacciono molto i termini skin o space, perché sono molto distanti dall’idea “magliette umoristiche”. Per far rientrare in campo questa idea, potresti creare un gioco di parole: LGBT-Shirt; magari è un esempio un po’ debole, però è per capire!

Spero di averti dato qualche consiglio utile, mi raccomando fammi sapere come procede!

Marco