1) E' inopportuno
Credo fermamente che i manager che ordinano di fare telemarketing non abbiano un telefono, fisso o cellulare che sia.
Niente disturba la tua giornata come un tentativo di vendita al telefono. E' totalmente fuori contesto.
Tu stai lavorando anche con gran fatica o magari stai semplicemente facendo qualche faccenda in casa e ti squilla il telefono. Al giorno d'oggi sai già che si tratta di uno scocciatore e già questo ti predispone male.
Alzi la cornetta e sembra che da una pompa idraulica fuoriescano parole a getto direttamente dentro il tuo cervello.
Sai già come va a finire no?
2) E' molesto
Guai a fermare o a contraddire un venditore telefonico o porta a porta. Egli provvederà prontamente a farti passare per stupido. Non si tratta di uno scellerato ma di un'abile strategia psicologica volta a darti l'illusione di perdere un'occasione formidabile.
Si arrabbiano, alzano il tono, ti danno pure dello stupido. Questa tecnica è gradita soprattutto dai venditori porta a porta i quali non si trattengono davanti alle contestazioni più ferme e ti ci mandano proprio.
3) Non puoi "pensarci sù"
Sia chiaro che questo tipo di venditori non vuole risolvere il tuo problema ma concludere la vendita a tutti i costi. Per cui non sognarti nemmeno di dirgli "ci devo pensare sopra" perché ti tireranno fuori che "la promozione scade oggi" oppure che sono rimasti solo 3 posti o cose simili.
Anche queste evenienze sono chiaramente armi psicologiche nelle mani del venditore per concludere la vendita.
4) Si spacciano per altri pur di guadagnarsi la fiducia
Faccio un esempio, appartenente al mio settore: aziende che si spacciano per Google. Il trucco qui è molto semplice: si tratta di aziende che sono Partner certificati di Google. La certificazione è ottenibile come qualche esame e non è niente di complicato da raggiungere.
Quando si riceve un contatto da questi individui solitamente essi si presentano così "Salve sono Caterina da Google la chiamo per...". Inutile dire che la vera Google non contatta mai direttamente le aziende!.
5) Il cliente viene abbandonato dopo la vendita
Il venditore, eccetto rari casi di porta a porta effettuato da piccole-medie imprese, una volta che ha ottenuto il contratto firmato, si dileguerà nel nulla. Proseguirà il suo giro imperterrito e magari cambierà pure azienda.
Cosa ne sarà del cliente? Quest'ultimo si ritroverà a dialogare con un'azienda praticamente sconosciuta dove se ha fortuna troverà interlocutori e tecnici pronti a servirlo. Ma non sempre funziona così; spesso l'azienda punta sulla vendita ma la qualità dei suoi prodotti è scarsa.
6) L'operatore indiano che vende il Made in Italy
Si, capita anche questo. Le aziende più scaltre delegano ad aziende estere il telemarketing per risparmiare. Questa pratica è detta out-sourcing e viene attuata da medie-grandi imprese in svariati modi. Nel caso del telemarketing sono molto gettonate le aziende albanesi e rumene; si tratta di operatori che parlano italiano ma il cui accento straniero può intimorire il cliente e dare un'esito negativo alla vendita.
7) Li stanno smascherando
Le opprimenti tecniche usate dagli operatori telefoni e dai venditori porta-a-porta hanno dato vita ad un crescente malcontento da parte del pubblico. Un malcontento che si esprime nei socials, nei blog e persino col passa-parola quando si incontra il vicino di casa quando si va a gettare la spazzatura.
Che tu ci creda o no, una volta una mia vicina di casa mi ha pure telefonato per dirmi "Marco non rispondere al citofono, ci sono quelli che vengono a vendere che passano...".
Vorrei segnalarti non uno ma bene tre articoli prelevati dal Blog del Consumatore; forse non serve neanche leggerli, si capisce tutto dal titolo:
- Venditori porta a porta: “programmati” per persuadere
- Vendite di luce e gas truffaldine, ora si spacciano per l’Autorità
- Telemarketing e vendite porta a porta: possiamo ripensarci!
In conclusione
Fatevi e fateci un favore: BASTA TELEMARKETING e PORTA A PORTA!
Nell'era di internet dove tutti possono trovare tutto secondo la propria necessità queste tecniche appaiono davvero primitive e fuori luogo. Non dico che TUTTA la pubblicità off-line tramonterà ma sicuramente dovrà adattarsi ad un pubblico sempre più attento e "annoiato" dai metodi tradizionali ed invasivi di marketing.
E poi....NON SI SA MAI.......
Mercato libero? perfetto. Mettetevi con un gabbiotto in mezzo al mercato comunale e cercate di vendere a chi passa. Non rompete a chi lavora o ha altro da fare. Ma poi lavorare 12/13 ore al giorno per 500 euro che diventano fisse solo se si stipulano 80 contratti al mese, ne vale la pena? Per non parlare dei costi mensili a vostro carico, come abbonamenti vari. O non li pagate? Perché le aziende per cui lavorate non ve li pagano!!!!
Grazie del commento Anna. Punto di vista molto utile!!!
il porta a porta cresce nei primi tre mesi dell’anno: in Italia oggi vale 2,4 miliardi di euro e impiega 500 mila collaboratori. Si tratta di una vera e propria industria che ha tenuto botta negli anni di crisi. E ora sta agganciando la ripresa dei consumi
Il porta a porta L’offline si prende la sua rivincita nell’inseguimento alla tanto attesa ripresa dei consumi. Se il giovane e talentuoso ecommerce fatica a imporsi (solo il 4% delle imprese italiano utilizza questo canale, e a giro d’affari anche la Spagna ci supera, 18 miliardi contro i 15 del BelPaese), il vecchio ma non certo logoro “porta a porta” si conferma un canale di vendita di successo. Le statistiche non sono univoche. C’è chi parla di un mercato nazionale da 2,8 miliardi di euro (Avedisco), e chi lo quantifica a 2,4 miliardi (la Federazione mondiale del direct selling). Tutti gli studi sono però concordi nel delinearne una traiettoria in pieno sviluppo e in grado di coinvolgere circa mezzo milioni di collaboratori, retribuiti per lo più a provvigione. In termini percentuali la crescita in Italia è stata robusta e in controtendenza rispetto all’andamento dei consumi: nel 2014, secondo i dati dell’associazione mondiale di settore, ha registrato un incremento delle vendite del 3,7%, e dell’1,3% nel 2013.
Ma il dato più rilevante è stato riscontrato dall’altra associazione di categoria del Made in Italy, Univendita che raggruppa 12 grandi società del settore, come Avon, Vorwerk Folletto, Just, Vorwerk Contempora, Cartorange, Dalmesse Italia e Jafra Cosmetics. Ebbene nel primo trimestre del 2014 queste aziende hanno migliorato le vendite del 5,5% per un giro d’affari 350 milioni di euro. Un risultato molto positivo ma che prosegue una corsa già messa in atto nel 2014, con incremento complessivo delle vendite del 6,7%.
Univendita rappresenta il 43,9% delle quote di mercato di settore, e 1,2 miliardi di euro generati dalle vendite. Avedisco raggruppa invece le Pmi del comparto: 75 imprese, con un fatturato medio di 22 milioni (contro i 100 milioni di Univendita), che l’anno scorso hanno prodotto ricavi per circa 800 milioni di euro.
Di cosa stiamo parlando
Salve Paolo, grazie della preziosa ricerca (di cui per correttezza citiamo la fonte: http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/mercati/2015/07/27/news/vendite_a_domicilio_il_fatturato_aumenta_del_5_5_-119901661/).
Probabilmente occorre scindere il vecchio marketing porta a porta al quale il mio articolo si riferisce, usato come strumento di promozione di massa (spesso e volentieri “a sorpresa”) da una nuova forma, basata più sulla personalizzazione della visita in azienda o presso il privato e che avviene sicuramente in una fase del processo d’acquisto più a valle.
Il criterio discriminante è chiaramente il fatto che l’utente abbia richiesto o meno lui stesso la visita.
Bravo, hai detto la tua! Anche quelli dell’Isis non li vuole nessuno…. e poi le truffe le prendi anche altrove. Sai quante volte al supermercato, controllando lo scontrino, scopri che il prezzo reale è maggiore di quello del cartellino esposto? Ma per contestare, devi farlo alla cassa… una volta uscito… bye bye
Infatti le casse con le persone dietro stanno scomparendo. Grazie del commento Massimo
Sono un venditore di Eismann e al netto guadagno bene certo uno sbattone ma da que che vedo è sempre tanta la gente a cui fa comodo di fare la spesa a casa
ciao Sergio, grazie del feedback! Nell’articolo però faccio cenno alla pratica del presentarsi in casa d’altri senza prima aver aperto un dialogo con l’utente. Cosa ne pensi?
Ma io faccio proprio questo vado a bussare a clienti ti sia esistenti che non …comunque sono sempre ben accolto o quasi
Dimenticavo abito in altoadige magari qui da noi è diverso
Amministranna io lavoro all’incirca 8 ore al giorno ( come la maggior parte dei lavoratori ), vendo per conto della tim, guadagno in un mese molto probabilmente più di quanto puoi guadagnare tu in due mesi di lavoro…Da quel che vedo la richiesta su questo settore è sempre in aumento, a te puor dar fastidio ma c’è chi apprezza avere la comodità di scegliere comodamente da casa l’offerta che più conviene. Per quanto riguarda chi dice che il cliente viene “truffato” non è il caso di tutti i venditori, i miei clienti hanno il mio biglietto da visita, con indirizzo e numero di cellulare.
Impariamo in questo “Bel Paese” a non fare di tutta l’erba un fascio.
Saluti a tutti!
Parole sante Angelo, infatti non faccio di tutta l’erba un fascio ma parlo di comportamenti ben precisi. Se tu non ricadi in nessuno di essi sono sinceramente felice per te e per i tuoi clienti.
In ogni caso, frasi del tipo “guadagno in un mese molto probabilmente più di quanto puoi guadagnare tu in due mesi di lavoro” suonano abbastanza arroganti e lasciano pensare (correggimi se sbaglio) che il metro di misura per giudicare un sistema di vendita sia il profitto a fine mese.
ma basta criticare andata a guadagnare qualcosa di soldi invece di starvene a casa e far lavorare le vostri mogli,ma non è pur sempre un lavoro fare contratti?preferite restare senza un centesimo in tasca e farvi mantenere dai vostri genitori a 40 anni,oppure aspettate che vi diano un posto fisso,ma poi in italia?SVEGLIATEVIIIIIIIIIIIIIIIIIII IL FUTURO VE LO MDOVETE COSTRUIRE CON LE VOSTRE MANI ALTRIMENTI RIMARRETE SEMPRE E SOLO DEI FALLITI!!!!!!!!!!!
Giustissimo quello che dici Alfio, però tra i vari lavori io preferisco quelli più utili e meno fastidiosi. E soprattutto non mi sognerei mai di: 1) infastidire con chiamate a freddo 2) Inviare email commerciali senza consenso 3) Presentarmi come “siamo dell’Azienda Corrente Elettrica signora ci apra dobbiamo fare un controllo” quando invece vogliono venderti questo e quello 4) vendere un prodotto che non conosco 5) vendere un prodotto che non posso garantire io stesso
Peccato che questo sia teleseling e non telemarketing…se non sai neanche di cosa parli….
1) Si scrive TeleseLLing, con due “elle”
2) Ho banalizzato per migliorare il posizionamento nei motori di ricerca (chi cerca teleselling?)
3) E’ una banalizzazione trascurabile, infatti nelle decine di commenti a questo articolo tu sei il primo ad esprimere tale critica
4) Ben venga la critica, ma la scortesia no. Al prossimo commento offensivo sei bannato
Quando si parla di commercio è tutto porta….. ogni volta che parliamo di pubbl. parliamo di chi deve proporre e di chi in qualche modo vuole o deve acquistare….adesso va di moda il digital marketing che cmq è un one to one. Le regole del gioco sono sempre quelle ma con strumenti diversi….. percui basta discriminare i venditori, ma piuttosto discriminiamo i delinquenti vestiti dagli uni o dagli altri…..a voi le conclusioni, arrivederci.
Le regole non sono uguali, assolutamente:
> MARKETING ONLINE (cartaceo, tv, radio, sponsorizzazioni): gridi un messaggio pubblicitario a tante persone indistintamente; paradigma outbound (o push).
> MARKETING DIGITALE (seo, smm, email, *): ti lasci intercettare dall’utente nel momento del bisogno; paradigma inbound (o pull).
E’ una bellissima rivoluzione copernicana se ci pensi. Quindi SI, tendo a discriminare il porta-a-porta o le telefonate a freddo, ma ti do ragione, i delinquenti vanno certamente discriminati maggiormente e con presupposti differenti.
(*) C’è anche l’advertising online che, nel circuito rete di ricerca ricade nel paradigma inbound, mentre nel circuito display e social è più simile al marketing classico
Hai ragione, quello che intendo io che se prima c’era il porta a porta adesso c’è il finestra a finestra , quella del computer , sto studiando piano piano la Digital economy E sono digitalizzatore e conosco le tecniche di marketing digitale e adesso è ancora peggio perché prima il mercato era unilaterale mentre adesso c’è la sharing economy ed entrano da porte e finestre.per non parlare del remarketing , hihihihih. Mentre il venditore porta a porta consuma solo qualche minuto di tempo il remarketing e le pubblicità display e le altre inbound consumano connessione internet è tempo alquanto costose. Il commercio come lo giri lo giri rimane sempre un rapporto tra venditore e consumatore. Poi comunque in ogni caso ci sono cattivi venditori , guarda la politica e cattivi clienti . E poi lo spam dove lo mettiamo , lo spam non è solo quello email ma tutte quelle pubblicità invasive che impestano i device oltre la soglia di sopportazione. A mio giudizio imparziale non importa che canale usate per vendere , ma il rapporto qualitativo quantitativo che fa di una azienda un leader di mercato . Grazie per le attenzioni. Buonagiornata.
L’espressione “finestra a finestra” rapportata al “porta a porta” è molto bella! E riconosco che l’utente medio o meno smaliziato possa essere sovraccaricato dei tanti stimoli pubblicitari della rete.
Rimane però il fatto che il paradigma si sta spostando e certe scelte d’azienda sono anacronistiche. Quelle online, alle quali fai riferimento tu, sono proprio quelle che menzionavo nella nota del mio commento: advertising (e dimenticavo il caro spam).
Si tratta di modalità vecchie che vorrebbero farsi spazio nei canali nuovi, ma che sono destinate a sparire pure quelle. Basti pensare ai punteggi di qualità degli annunci, assegnati da algoritmi sempre più intelligenti che premieranno sempre gli annunci più consoni, a tema, e utili. Per non parlare dello spam dove la guerra sta per essere vinta dai vari provider con un uso massiccio di filtri ed interventi mirati.
Insomma, io sono ottimista e vedo un mondo nuovo davanti, se non fosse che ogni tanto il telefono squilla e….
….e c’è la Black list di Avira , hihihihi
Grazie per i chiarimenti sign. Panicucci. Io purtroppo sono alle prime esperienze Digital e vorrei tanto arrivare ai suoi livelli. Purtroppo adesso le finanze scarseggiano. Cmq ho già notato quanta rumenta che si trova viaggiando in itinere. Ho guardato la sua presentazione , molto bella. IO SONO X E AIUTO J A OTTENERE Z. Complimenti mi ricorderò di lei. Sono capitato qui per una ricerca post agenzia porta a porta la quale dopo un periodo breve di collaborazione mi ha lasciato insoddisfatto, cmq in parte la realtà è la stessa che lei ha citato. Pensi che non avevano neanche le forbici in ufficio. E io a prescindere se sia una balla o no non lavoro per delle agenzie meritocratiche che di meritocratico non hanno nulla se no l’ utopia stessa di un business destinato a sparire per le sue tecniche obsolete e innopportune…. Spero di trovare una azienda seria che mi dia un lavoretto online… I miei più cordiali saluti . Willy Salutari in arte Rio Sole Master. Digitalizzatore.
saluti a lei sig. Salutari!