Un passo indietro: le nostre Cerchie di Conoscenti
Prima di apprezzare appieno il valore dei legami deboli, dobbiamo comprendere come è strutturata la nostra rete sociale in relazione al grado di conoscenza che abbiamo con i nostri contatti.
A facilitarci nel lavoro troviamo gli studi dell’antropologo Robin Dunbar il quale ha appurato che possiamo vedere la nostra rete sociale come una serie di cerchie con noi al centro e con i nostri contatti dislocati sulle stesse: i conoscenti stretti saranno a noi vicini, mentre i conoscenti occasionali si troveranno alla periferia della rete.
Vale la pena notare, rischiando di andare fuori argomento, che Dunbar aveva calcolato che ognuno di noi può gestire al massimo 150 contatti (vedi Numero di Dunbar su Wikipedia) e che tali contatti risiedano in cerchie numericamente definite come in figura.
La teoria dei Legami Deboli
Veniamo ora all’argomento centrale. L’idea alla base dei legami deboli proviene dal celebre articolo “The Strength of Weak Ties” (= “La forza dei legami deboli”), pubblicato da Mark Granovetter in seno all’ American Journal of Sociology. Potete trovarlo in formato PDF a questo link presso la Standford University.
La ricerca di Granovetter aveva per obiettivo scoprire il ruolo dell nostra rete sociale nell’atto del cercare un lavoro. Per raggiungere tale scopo, il sociologo propose ai soggetti un test in due fasi:
- Indicare le persone con le quali si passa più tempo e tracciare delle linee che rappresentino i legami tra di esse
- Inidicare nel grafico, o inserire di netto, il contatto/i cruciale per trovare l’ultimo lavoro
La scoperta, semplice quanto rivoluzionaria, è stata che l’83% degli intervistati aveva trovato lavoro grazie a conoscenti occasionali.
Questo studio cambia la concezione di rete sociale: da una cerchia stretta di conoscenti dove tutti conoscono tutti tramite legami forti, a un “cosmo” di cerchie strette collegate tra loro da legami deboli.
Legami Forti e Legami Deboli
Ora che vediamo bene la differenza tra legami forti e legami deboli, possiamo tracciare un riepilogo e caratterizzare ulteriormente:
Legami Forti
- Legami tra me e la mia famiglia e gli amici stretti;
- Relazioni sentimentalmente importanti e durature;
- Caratterizzate da incontri e scambi frequenti (tutti i giorni o comunque non meno di una volta a settimana);
- Ci offrono appoggio ed aiuto in maniera quasi incondizionata, in maniera tangibile ma anche psicologica.
Legami Deboli
- Legami occasionali con persone semi-sconosciute;
- Breve durata e impatto emotivo minimo;
- Scambi poco frequenti (una volta al mese o più) a rischio di estinzione
- Possono farci entrare in contatto con altre reti sociali (le loro cerchie di conoscenti strette)
Perché i Legami Deboli sono forti?
La ricerca di Granovetter ha dimostrato scientificamente che se vogliamo trovare un lavoro dobbiamo coltivare legami deboli.
I Legami Deboli sono PONTI verso mondi di informazioni e risorse
Ma l’utilità di tali legami si estende a tutta una serie di “risorse”: informazioni, situazioni sociali, risorse più o meno tangibili. Tutte queste “ricchezze” sono in attesa, in giro per il mondo, ad aspettare di essere destinate a chi ne possa avere bisogno o possa farne l’uso adatto.
Ecco perché lo stesso sociologo definisce i legami deboli come PONTI: ponti verso persone ma anche verso reti sociali e, in senso più esteso, mondi. Mondi che senza ponti di accesso ci rimarrebbero del tutto estranei. L’esempio seguente può chiarire ulteriormente il concetto:
Immagine costruita a partire dal diagramma presente nell’articolo “Rethinking Information Diversity in Networks” scritto da Eytan Bakshy per Facebook Newsroom.
Possiamo raggiungere chiunque!
Il concetto di legame debole estende i nostri orizzonti ad una rete più ampia rispetto quella percepita in partenza.
Due ricercatori, tali Duncan Watts e Steve Strogatz, sono andati ancora oltre, ampliando il concetto al mondo intero. Nello specifico, la loro ricerca era volta a dimostrare che Tizio è separato da qualsiasi altra persona nel mondo da un numero limitato di contatti intermedi.
Quanti? A dare la risposta fu il ricercatore Karinthy, qualche anno più tardi, il quale determinò scientificamente che possiamo metterci in contatto con chiunque vogliamo nel mondo passando per al massimo 6 persone intermedie. Per approfondire ti rimando alla pagina “Sei gradi di separazione” di Wikipedia.
Il rischio di una rete di soli legami forti
Oltre a quanto detto, occorre considerare anche l’aspetto inverso: circondarsi di soli legami forti può essere rischioso perché in tale rete ristretta informazioni e soluzioni sono sempre le stesse e dobbiamo quindi sperare che non si affacci un problema “diverso” nella nostra vita. Chi tende a circoscrivere i propri impegni sociali alla cerchia degli aficionados rischia di rimanere estromesso dalle ultime idee e tendenze.
I legami forti non sono necessari
Infine vale la pena citare un ulteriore aspetto messo in evidenza dalle ricerche scientifiche, e cioè che la rottura di un legame forte non mette a rischio la nostra connessione con il mondo. Non stiamo qui dando giustificazione a lesionare rapporti di fiducia duraturi; semplicemente si sottolinea il fatto che se cade il nostro mondo, non è la fine di TUTTO il mondo. La cultura popolare conferma questo tramite il detto “Chiusa una porta, si apre un portone”.
Conclusioni
Abbiamo allargato la percezione della nostra rete sociale e stiamo già pensando a quali legami deboli possiamo coltivare la prossima settimana.
Abbiamo coscienza e fiducia nel fare questo, forti delle ricerche e delle argomentazioni esposte.
Non ci resta che destinare tempo ai legami deboli e seguirne l’andamento con occhio più tecnico e coscienzioso.
Ah, dimenticavo, coltiviamo il nostro legame debole: LASCIAMI UN COMMENTO! :)